SUPERARE I LIMITI TERAPEUTICI DEI TRATTAMENTI PER LA LASSITA’ CUTANEA con PRX-T33 e Hi-Fu verso nuovi obiettivi, con un approccio olistico all’estetica

a cura del Dr. Francesco Paolo Alberico


Hi-FU, acronimo per High Intensity Focused Ultrasound, è una terapia che sfrutta l’azione degli ultrasuoni focalizzati in profondità nei tessuti per indurre un lifting non-chirurgico.

Gli Hi-FU provocano coagulazione termica (65-75°C) a profondità predefinite nel derma e conseguente attivazione di una serie di meccanismi riparatori di risposta, principalmente le heat shock proteins, che danno l’avvio a processi di rigenerazione dermica attraverso la neocollagenogenesi.

Mentre i laser frazionati non-ablativi
lavorano prevalentemente in superficie, provocando micro thermal zone della dimensione e profondità di micron, gli Hi-FU lavorano con lo stesso meccanismo,
ma a profondità maggiori (derma e
grasso sotto cutaneo).

Anche in questo caso il risultato è un resurfacing, che però coinvolge i tessuti più profondi. Non sempre però questa tecnica, come l’esperienza ci insegna, è pienamente soddisfacente, in particolare nell’immediato post-trattamento ed in condizioni di aging molto avanzato. Per questo abbiamo sempre ritenuto utile integrare la metodica con un’altra procedura in grado di agire anch’essa sugli stessi target, con l’obiettivo di creare una sinergia, attraverso una migliore definizione dei profili del viso in modo che esso appaia più slanciato e ridefinito.

Sempre più spesso vengono proposte associazioni di trattamenti che possano agire con stimolazioni diverse, ma sinergiche, a livello della matrice; infatti trattamenti diversi, combinati accortamente, possono indurre risposte sovrapponibili, che si potenziano reciprocamente.

In questo caso è sembrato logico abbinare il trattamento con Hi-FU ad un medical device a base di TCA al 33% modulato con perossido d’idrogeno; il primo stimola il sistema di risposta locale allo stress chimico (SSRS, Skin Stress Response System), attivando i processi di rigenerazione cutanei ed i fattori di crescita come PDGF-B, TGF-beta1, TGF-alfa, VEGF; il perossido d’idrogeno, da parte sua, prepara i recettori dei fattori di crescita, migliora l’affinità di FGF-2 per il suo recettore, regola l’attività dei linfo-monociti e modula l’infiammazione.

Potenzia inoltre l’espressione di VEGF e del suo recettore, facilitando l’avvio dell’angiogenesi, e interviene nel rimodellamento della matrice extracellulare. Nella formulazione è presente anche l’acido Kogico (5%) che previene il rischio di pigmentazioni post-infiammatorie e rende il prodotto ideale come coadiuvante nel trattamento del melasma. La formula brevettata è concepita per evitare un effetto peeling, nonostante l’alta concentrazione di TCA, rendendo in questo modo il prodotto sicuro anche d’estate. PRX-T33 è indicato per il trattamento di foto e crono invecchiamento, cicatrici depresse recenti, smagliature ed altri inestetismi.

Il meccanismo d’azione del PRX-T33 è stato ampiamente studiato ed approfondito, come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, ed in oltre, nella sua penetrazione fino a livello dermico, offre a nostro avviso, una ulteriore opportunità da poter sfruttare quando si utilizzano gli Hi-FU: provoca infatti una leggera ed uniforme condizione di edema nei tessuti sui quali viene applicato.

Questa considerazione, diversamente da quanto fatto in precedenza, con l’impiego del PRX-T33 in sedute intermedie tra un’applicazione e l’altra di ultrasuoni microfocalizzati, ne rende vantaggioso l’impiego anche come preparazione all’uso degli Hi-FU; è noto da sempre infatti che gli ultrasuoni si propagano molto meglio nei liquidi.

Infiltrazioni di fisiologica pre-trattamento, però, per quanto assolutamente razionale, non può avere la stessa omogeneità ed uniformità del modico edema indotto dal TCA/H2O2.

In situazioni più complicate, come in caso di cedimento marcato della jawlinee e dei tessuti della regione centrale del collo, questo trattamento combinato rende il tessuto ancora più compatto e potenzia il contorno viso.

Addirittura eclatante come la jawline si ridefinisca in maniera precisa e netta, rispetto ad una condizione precedente molto più informe ed indefinita. Questa situazione di lassità cutanea si presenta di solito in pazienti con quadri più complessi ed un profilo particolarmente appesantito; tuttavia, anche in soggetti più giovani, sembra che si possano ottenere risultati molto soddisfacenti facendo precedere l’applicazione del TCA-H2O2 immediatamente prima del trattamento con gli ultrasuoni: il leggero ed uniforme edema favorisce la penetrazione e diffusione degli ultrasuoni stessi.

Pazienti che, dopo una prima applicazione, senza pretrattamento con PRX-T33, non avevano ottenuto risultati significativi, con la metodica combinata, hanno invece riscontrato un immediato miglioramento: una conseguenza che si deve proprio a questo tipo di potenziamento. Oltre la ridefinizione dei volumi, con questa associazione si evidenzia anche un miglioramento della texture che si traduce in una maggior compattezza del tessuto ed una riduzione della profondità dei solchi.

Altro motivo infine per cui sarebbe utile associare sempre le due metodiche è il fatto che nel successivo post-trattamento con ultrasuoni microfocalizzati il TCA-H2O2 è in grado di dare una spinta in più alla neocollagenogenesi, già di per sé indotta dagli Hi-FU. Questo protocollo ci ha consentito di affrontare anche situazioni difficili da gestire, che probabilmente avrebbero meritato un approccio più invasivo.

In questi casi più difficili si riesce ad ottenere un miglioramento soddisfacente con una sola seduta di HIFU con pre-trattamento e ridefinire anche l’area al di sotto del mento. In questa zona si utilizzano sonde particolari di maggiore profondità, focalizzate al grasso sottocutaneo così da ottenerne la riduzione volumetrica (lipoclasiaultrasonica) in modo da migliorare anche la silhouette del collo.

Andando oltre la lassità e parlando di microrughe, l’utilizzo di una ulteriore sonda particolare, questa volta molto superficiale, ci ha consentito, sempre con il contributo del PRX-T33, di avere un miglioramento anche delle piccole rugosità di superficie. In conclusione, questo protocollo potrebbe diventare lo standard quando si usano gli HIFU, non solo per spingere questa terapia oltre i suoi limiti, ma anche per consolidare il miglioramento della qualità della pelle a tutto spessore, all’insegna di un approccio olistico all’estetica.