a cura della Dr.ssa Patrizia Matano
I nei sono quelle piccole lesioni cutanee che possono insorgere a qualsiasi età e in qualsiasi area cutanea del corpo. Generalmente il loro numero tende ad incrementarsi con l’età ed alcune di queste si possono trasformare nel tumore cutaneo che maggiormente temiamo, il melanoma maligno. Le lesioni pigmentate sono facilmente ispezionabili e possono permettere una diagnosi sempre più precise e precoce.

Da molti anni eseguo, nella mia pratica clinica, la “mappatura dei nei”. In cosa consiste? Nell’ispezione clinica e strumentale delle lesioni cutanee. Si inizia con una visita clinica su tutte le lesioni pigmentate e non della pelle, per identificare quelle che abbiano dei segni di malignità o che per la loro posizione possono andar incontro a traumatismi ripetuti e quindi a possibili trasformazione.
Non è infrequente, in questa fare preliminare, identificare anche altre lesioni cutanee non pigmentate, come piccoli angiomi, lesioni vascolari benigne, o come i carcinomi basocellulari, piccoli tumori cutanei a malignità attenuata che hanno origine dalle cellule basali della cute e che sono molto frequenti soprattutto dopo la 4/5 decade d’età.
Un’altra tipologia di tumore cutaneo, il carcinoma spinocellulare, originato delle cellule squamose della cute, frequente in aree esposte (labbra, padiglione auricolare), rappresenta una tipologia di lesione tipica delle cuti più anziane, soprattutto in pazienti esposti in maniera prolungata, al sole.


Sappiamo ormai da tempo che i raggi solari rappresentano un’importante causa per l’invecchiamento delle cellule cutanee, ma anche di una loro alterazione che può sfociare nello sviluppo di questi tumori.
Terminata la fase ispettiva, si passa a quella della valutazione delle lesioni con uno specifico strumento, il dermatoscopio, che con l’utilizzo di una lente d’ingrandimento permette di visualizzare meglio la lesione che attraverso una telecamera può essere trasmessa sul monitor e poi memorizzata dal computer.
Questa tecnologia consente di riconoscere la lesione rapportandole ad alcune immagini standard (pattern) che con una buona specificità (circa del 60%) è in grado di riconoscere una lesione benigna da una maligna. In presenza di un quadro dubbio, è sempre meglio ricorrere all’asportazione chirurgica della lesione ed al successivo riscontro istologico. Infatti, il riscontro istologico rappresenta a tutt’oggi l’unica diagnosi certa di melanoma. Normalmente, se non ci sono lesioni importanti, si rinvia ad un controllo successivo a distanza di un anno.

Nella visita successiva, oltre ad evidenziare nuove lesioni, si possono confrontare quelle precedentemente “ mappate”, verificando, se presente, una modificazione delle stesse. Nel caso in cui siano presenti modificazioni suggestive di una trasformazione maligna, procedo con l’intervento di asportazione della lesione e al successivo riscontro istologico.
Il melanoma presenta vari gradi di malignità: è comprensibile come, una diagnosi precoce su lesioni iniziali, possa consentire la guarigione completa del paziente. È utile educare i pazienti ad un controllo delle proprie lesioni cutanee, ricordando la regola dell’ABCDE.

In presenza di lesioni cutanee è importante seguire la loro evoluzione nel tempo, soprattutto se la lesione diventa ASIMMETRICA, ovvero se divisa a metà le due aree non sono sovrapponibili, se i BORDI sono mal delimitati, se la lesione ha un COLORE non uniforme, che può variare dal rosa al marrone o al nero, se le DIMENSIONI superano i 5 mm di diametro e soprattutto se la lesione ha un’EVOLUZIONE, cioè si è modificata nel tempo.
La mappatura è consigliata a tutte le età e rappresenta un valido presidio per la medicina preventiva che rappresenta il cardine della medicina moderna.